
Ogni anno il fantoccio di Zenerù viene raffigurato seguendo un tema scelto dall’eremita ardesiano Flaminio Beretta, che attraverso un primo schizzo delinea quelli che saranno il carro e la cartolina della tradizione. Il disegno definitivo della cartolina è realizzato da Silvia Bergamini di Ardesio. La poesia, scritta da Flaminio, racconta i pensieri di Zenerù che cerca ogni anno di sfuggire al suo destino, ovvero il rogo.
Quest’anno, che a causa del Covid, la Scasada del Zenerù, tradizionale rito proposto dalla Pro Loco Ardesio, si svolgerà senza pubblico, Zenerù sarà a Venezia in gondola, in una piazza San Marco sommersa dall’acqua alta.
Ecco la poesia del Zenerù, rigorosamente in dialetto bergamasco.
Me parte ‘n gondola è ga scape al procés
è scape a Venesia è sto fò a ciapa i pès
in do im piasa San Marc è ga sa mète fo ‘mmès
Chè sè l’acqua l’è olta, ol font l’è so bass
è mè gnè ca is gross ga sa gire lo stess
isse chi chi öl brüsam i garia mia a gnim denvèrs
È ga mande i saluti a töc chi de Ardes!
Parto in gondola, scappo dal processo
Fuggo a Venezia e ci resto a pescare
Vado in piazza San Marco e mi metto in mezzo
Così l’acqua è alta, il fondale è profondo
E anche se sono grosso riesco a girarmi lo stesso.
Chi vuole bruciarmi non riesce ad avvicinarsi
E mando i saluti a tutti quelli di Ardesio!