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Ad Ardesio l’anteprima di «AHI, TROPPO DESIDERIO!» lo spettacolo teatrale dedicato al Moretto

Con la compagnia Teatro Minimo torneremo al 1542, in un viaggio nel tempo nella bottega di Alessandro Bonvicino detto il Moretto.

ARDESIO – Andrà in scena in anteprima la sera di venerdì 1° dicembre alle ore 20.45, nel cineteatro di Ardesio, il nuovo spettacolo teatrale dedicato alla figura del pittore cinquecentesco Alessandro Bonvicino detto il Moretto (1492-1554). Uno spettacolo che condurrà il pubblico in un viaggio nel tempo nella bottega dell’artista di origini ardesiane nel 1542 quando il pittore realizzò il famoso ritratto di Fortunato Martinengo. Commissionato dal Comitato del Moretto, lo spettacolo, con la regia di Umberto Zanoletti, è stato finanziato dal Comune di Ardesio con la collaborazione di Pro Loco Ardesio, Vivi Ardesio, Oratorio di Ardesio e Ardes. In scena gli attori della compagnia Teatro Minimo Gabriele Penner e il giovanissimo Giosué Imberti, i costumi sono di Elisabetta Cosseddu, testo e regia di Umberto Zanoletti. Storia dell’arte e invenzione, documenti d’archivio e dialoghi possibili si intrecciano per raccontare uno dei protagonisti della pittura lombarda del Cinquecento.

«Come Comitato del Moretto, gruppo nato per la valorizzazione della figura del pittore – spiega il vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Ardesio Simone Bonettiabbiamo avuto l’idea di proporre questo spettacolo che ne ricordi le origini ardesiane e che ne valorizzi la sua figura come pittore del Cinquecento lombardo. Ringraziamo Umberto Zanoletti che ha accettato la sfida di realizzare questo nuovissimo spettacolo. Quella del 1° Dicembre è un’anteprima cui seguiranno altri appuntamenti, in via di definizione, anche su richiesta. Come assessorato alla Cultura di Ardesio riteniamo la figura del Moretto un’eccellenza per il nostro paese e continueremo a lavorare per cercare di trovare e non disperdere le tracce della connessione tra l’artista e Ardesio».

«Raccogliere l’invito del Comitato del Moretto a realizzare questo spettacolo è stata una bella sfidacommenta il regista Umberto Zanoletti di Teatro Minimo perché racconta di un personaggio caro ad Ardesio, di cui sappiamo poco, e che ha l’obiettivo quindi di far conoscere questo importante protagonista del Cinquecento che ha legami con il paese. Uno spettacolo poi che ha richiesto delle ricerche perché se è vero che conosciamo bene le sue opere e la sua arte, è altrettanto vero che della sua biografia ci sono poche informazioni. Il mio lavoro, come regista, è stato quello di tenere in considerazione i fatti, gli elementi storici certi (come la data del ritratto di Fortunato, il 1542) intrecciandoli con momenti verosimili. Così raccontiamo del Moretto senza rappresentarlo, ma attraverso l’incontro e il dialogo tra il committente del famoso ritratto (datato 1542) che ha ispirato lo spettacolo, e il garzone di bottega di 12 anni Tista, interpretato da un giovanissimo attore. Il nome “Tista” è un omaggio a Giovan Battista Moroni, anche se anagraficamente sappiamo che è impossibile in quanto lo spettacolo è ambientato nel 1542 e Moroni avrebbe avuto attorno ai 20 anni».

LO SPETTACOLO 

Uno spettacolo per tutti, grandi e piccini, che porta in scena la storia del grande pittore e ritrattista del Cinquecento Lombardo. È un pomeriggio di primavera del 1542, nella bottega artigiana del Moretto, uno dei pittori più in voga nella Brescia del tempo, entra il giovane nobile Fortunato Martinengo (interpretato da Gabriele Penner). Ha un appuntamento con il Moretto per realizzare il suo ritratto che poi vuole donare alla sua promessa sposa, Livia D’Arco. Ma l’artista non c’è, è in ritardo, e incontra invece il suo giovanissimo garzone (interpretato dall’undicenne Giosué Imberti) “Tista” con cui dialoga. Una lunga attesa che diventa l’occasione per quattro chiacchiere tra Fortunato e Tista. Il nobile è sempre più indispettito e annoiato e quando alla fine, dopo un’ora, il pittore giungerà, non potrà che ritrarre i segni evidenti di quel tempo sospeso sul volto del giovane, tratti che lo caratterizzeranno per sempre, sulla tela che attraverserà la storia, giungendo fino ai nostri giorni. 

IL RITRATTO DI FORTUNATO MARTINENGO CESARESCO

Il “Ritratto di Fortunato Martinengo Cesaresco” è un dipinto a olio su tela realizzato da Alessandro Bonvicino detto il Moretto, attorno al 1542, e conservato nella Stanza 12 della National Gallery di Londra. II ritratto mostra un giovane nobile, riccamente vestito in abiti di velluto ed ermellino, abbandonato su un sedile con il corpo appoggiato sul gomito destro, mentre la mano regge il capo. Tra i dettagli dell’opera, sul capo del nobile vediamo notiamo il cappello con piuma, sul cui risvolto interno è apposta una targhetta con l’iscrizione “ἰoὒ λἲαν πoϑῶ”,  in lingua greca, il cui significato è “Ahi, troppo desiderio”. Studi critici hanno fatto alcune ipotesi in merito a quale potesse essere l’oggetto di questo desiderio: il sapere, un viaggio in Terra Santa, o più semplicemente il matrimonio con Livia d’Arco, all’epoca del dipinto nei progetti del giovane bresciano. L’opera è tra le più note del Moretto e il simbolo, per eccellenza, del suo impegno come ritrattista.